Una tradizione contadina lunga più di un secolo!
Il Nonno Edoardo. Nel 1920 il bisnonno Edoardo torna con un battello a vapore dall’Australia.
Dopo anni di duro lavoro nei campi della parrocchia e di sudati risparmi fatti come bracciante nelle “farms” di Perth, riesce finalmente a tornare in Toscana e acquistare un podere proprio: è il podere di Percaldino, situato in alta Garfagnana vicino al Passo di Tea, lungo la via che i Toschi percorrevano a piedi per raggiungere Lucca.
Erano altri tempi: nella stalla poche mucche fornivano il latte per il consumo familiare e per il formaggio. Si coltivava grano, granoturco, fagioli, patate. Si raccoglievano castagne per allevare il maiale. I boschi erano una risorsa preziosa per la legna da ardere, per il materiale da costruzione, e qua e là nella “selva” si poteva vedere salire il fumo dei carbonai intenti nella produzione del carbone. Non vi erano mezzi che aiutassero il bisnonno nel duro lavoro della sua terra: l’unico aiuto era “Giannasi il mulo” e una coppia di mucche domate al giogo.
Nonostante le poche risorse Edoardo si dimostra uomo di straordinaria operosità, caparbietà e ingegno. Anno dopo anno riesce a rendere produttivi campi e terreni anche impervi o poco rigogliosi. “Scassa i grottoni” ovvero piccona e rimuove i massi che spuntano nel mezzo dei suoi campi, costruisce fossi per drenare l’acqua piovana, punta su un’agricoltura diversificata per avere raccolto in più periodi dell’anno, costruisce i “manni”, le serre di paglia che gli permettono di avere verdura anche d’inverno. È in questo clima di forte dedizione al lavoro che cresce i suoi nove figli.
In tarda età, durante le pause dal lavoro dei campi quando non leggeva i suoi libri in inglese o non suonava il violino che aveva imparato da autodidatta nei boschi australiani, avrebbe raccontato spesso:
“Ho lavorato tanto ma la mia terra mi ha sempre ricompensato. Io e la mia famiglia non abbiamo mai sofferto la fame, nemmeno in periodi tristi come durante la Grande Guerra, che ha straziato le nostre valli. Chi ha bussato alla mia porta ha sempre trovato qualcosa da mangiare”.
Questa novecentesca figura di capostipite ispira tutt’oggi i principi della nostra famiglia: dedizione al lavoro, caparbietà, passione per la terra e per i suoi frutti, curiosità, ingegno, accoglienza.